domenica 28 settembre 2008

Canzone sottoposta a parodia (continuerà in post successivo)

LO STELLIERE

Abito nel cielo dall’altra parte della luna
Dove volano i sogni in cerca di fortuna
Accendere le stelle è questo il mio mestiere
Io di notte faccio… lo stelliere

Uacciu-uari-uari-ua ci-bum ci-bum
Uacciu-uari-uari-ua ci-bum ci-bum

Come immaginerete le stelle sono tante
E faccio una grande fatica per accenderle tutte quante
Su e giù per l’universo ininterrottamente
Perché le stelle son sogni e non posso lasciarle spente

Oh no…oh no…

E allora accendi le stelle tu sai come si fa
Per ogni stella che brilla un sogno nascerà
Accendi le stelle, accendine più che puoi
Sulle stelle ci sono tutti i sogni che facciamo noi.


Uacciu-uari-uari-ua uacciu-uari-uari-ua
Uacciu-uari-uari-ua uacciu-uari-uari-ua

Proprio come una stella ogni sogno sembra lontano
Ma è molto più vicino di quanto immaginiamo
E non devi fare altro che crederci veramente
Io penserò alle stelle…non le lascerò mai spente!

Oh no…oh no…

E allora accendi le stelle tu sai come si fa
Per ogni stella che brilla un sogno nascerà
Accendi le stelle accendine più che puoi
Sulle stelle ci sono tutti i sogni che facciamo noi.


Uacciu-uari-uari-ua uacciu-uari-uari-ua
Uacciu-uari-uari-ua uacciu-uari-uari-ua

Adesso se mi chiedono da grande che vuoi fare
So cosa rispondere, so cosa sognare
Accendere le stelle, sarà questo il mio mestiere
Voglio fare anch’io….lo stelliere

E allora accendi le stelle tu sai come si fa
Per ogni stella che brilla un sogno nascerà
Accendi le stelle accendine più che puoi
Sulle stelle ci sono tutti i sogni che facciamo noi.


Accendi le stelle,
Accendine più che puoi
Accendi le stelle!

giovedì 25 settembre 2008

Molecole d'acciaio

Insomma, a me De Gregori piace. Ma l'acciaio è una lega, non un composto, per cui le molecole d'acciaio, semplicemente, sono una stupenda licenza poetica.

I muscoli del capitano

Guarda i muscoli del capitano,
tutti di plastica e di metano.
Guardalo nella notte che viene,
quanto sangue ha nelle vene.
Il capitano non tiene mai paura,
dritto sul cassero, fuma la pipa,
in questa alba fresca e scura
che rassomiglia un pò alla vita.
E poi il capitano, se vuole,
si leva l'ancora dai pantaloni
e la getta nelle onde
e chiama forte quando vuole qualcosa,
c'è sempre uno che gli risponde.
Ma capitano non te lo volevo dire,
ma c'è in mezzo al mare una donna bianca,
così enorme, alla luce delle stelle,
che di guardarla uno non si stanca.

Questa nave fa duemila nodi,
in mezzo ai ghiacci tropicali,
ed ha un motore di un milione di cavalli
che al posto degli zoccoli hanno le ali.
La nave è fulmine, torpedine, miccia,
scintillante bellezza, fosforo e fantasia,
molecole d'acciaio, pistone, rabbia,
guerra lampo e poesia.
In questa notte elettrica e veloce,
in questa croce di Novecento,
il futuro è una palla di cannone accesa
e noi la stiamo quasi raggiungendo.
E il capitano disse al mozzo di bordo
"Giovanotto, io non vedo niente.
C'è solo un pò di nebbia che annuncia il sole.
Andiamo avanti tranquillamente".

mercoledì 17 settembre 2008

clima gelido in arrivo

Buonanotte, buonanotte amore mio,
buonanotte tra il telefono e il cielo.
Ti ringrazio per avermi stupito,
per avermi giurato che è vero.
Il granturco nei campi è maturo
ed ho tanto bisogno di te,
la coperta è gelata, l'estate è finita.
Buonanotte questa notte è per te.

Buonanotte, buonanotte fiorellino,
buonanotte fra le stelle e la stanza,
per sognarti, devo averti vicino,
e vicino non è ancora abbastanza.
Ora un raggio di sole si è fermato
proprio sopra il mio biglietto scaduto.
Tra i tuoi fiocchi di neve, le tue foglie di tè.
Buonanotte, questa notte è per te.

Buonanotte, buonanotte monetina,
buonanotte tra il mare e la pioggia,
la tristezza passerà domattina
e l'anello resterà sulla spiaggia,
gli uccellini nel vento non si fanno mai male,
hanno ali più grandi di me
e dall'alba al tramonto sono soli nel sole.
Buonanotte questa notte è per te.

martedì 9 settembre 2008

Cattivo umore

Un giorno credi di essere giusto
e di essere un grande uomo
in un altro ti svegli e devi
cominciare da zero.

Situazioni che stancamente
si ripetono senza tempo
una musica per pochi amici,
come tre anni fa.

A questo punto non devi lasciare
qui la lotta è più dura ma tu
se le prendi di santa ragione
insisti di più.

Sei testardo, questo è sicuro,
quindi ti puoi salvare ancora
metti tutta la forza che hai
nei tuoi fragili nervi.

Quando ti alzi e ti senti distrutto
fatti forza e va incontro al tuo giorno
non tornare sui tuoi soliti passi
basterebbe un istante.

Mentre tu sei l'assurdo in persona
e ti vedi già vecchio e cadente
raccontare a tutta la gente
del tuo falso incidente.

Mentre tu sei l'assurdo in persona
e ti vedi già vecchio e cadente
raccontare a tutta la gente
del tuo falso incidente.

mercoledì 27 agosto 2008

vacanze

Per le strade mercenarie del sesso
che procurano fantastiche illusioni
senti la mia pelle come è vellutata
ti farà cadere in tentazioni

Per regalo voglio un harmonizer
con quel trucco che mi sdoppia la voce
Quest'estate ce ne andremo al mare per le vacanze

Un'estate al mare, voglia di remare
fare il bagno al largo
per vedere da lontano gli ombrelloni-oni-oni
Un'estate al mare, stile balneare
con il salvagente per paura di affogare...

Sopra i ponti delle autostrade
c'è qualcuno fermo che ci saluta
senti questa pelle com'è profumata
mi ricorda l'olio di Tahiti

Nelle sere quando c'era freddo
si bruciavano le gomme di automobili
Quest'estate voglio divertirmi per le vacanze...

Un'estate al mare, voglia di remare
fare il bagno al largo
per vedere da lontano gli ombrelloni-oni-oni
Un'estate al mare, stile balneare
con il salvagente per paura di affogare...

Quest'estate ce ne andremo al mare
con la voglia pazza di remare
fare un po' di bagni al largo
e vedere da lontano gli ombrelloni-oni-oni

sabato 26 luglio 2008

Mio padre diventa dipendente INPS

Ma s'io avessi previsto tutto questo, dati causa e pretesto, le attuali conclusioni
credete che per questi quattro soldi, questa gloria da stronzi, avrei scritto canzoni;
va beh, lo ammetto che mi son sbagliato e accetto il "crucifige" e così sia,
chiedo tempo, son della razza mia, per quanto grande sia, il primo che ha studiato...

Mio padre in fondo aveva anche ragione a dir che la pensione è davvero importante,
mia madre non aveva poi sbagliato a dir che un laureato conta più d' un cantante:
giovane e ingenuo io ho perso la testa, sian stati i libri o il mio provincialismo,
e un cazzo in culo e accuse d'arrivismo, dubbi di qualunquismo, son quello che mi resta...

Voi critici, voi personaggi austeri, militanti severi, chiedo scusa a vossìa,
però non ho mai detto che a canzoni si fan rivoluzioni, si possa far poesia;
io canto quando posso, come posso, quando ne ho voglia senza applausi o fischi:
vendere o no non passa fra i miei rischi, non comprate i miei dischi e sputatemi addosso...

Secondo voi ma a me cosa mi frega di assumermi la bega di star quassù a cantare,
godo molto di più nell'ubriacarmi oppure a masturbarmi o, al limite, a scopare...
se son d'umore nero allora scrivo frugando dentro alle nostre miserie:
di solito ho da far cose più serie, costruire su macerie o mantenermi vivo...

Io tutto, io niente, io stronzo, io ubriacone, io poeta, io buffone, io anarchico, io fascista,
io ricco, io senza soldi, io radicale, io diverso ed io uguale, negro, ebreo, comunista!

Io frocio, io perchè canto so imbarcare, io falso, io vero, io genio, io cretino,
io solo qui alle quattro del mattino, l'angoscia e un po' di vino, voglia di bestemmiare!

Secondo voi ma chi me lo fa fare di stare ad ascoltare chiunque ha un tiramento?Ovvio, il medico dice "sei depresso", nemmeno dentro al cesso possiedo un mio momento.
Ed io che ho sempre detto che era un gioco sapere usare o no ad un certo metro:
compagni il gioco si fa peso e tetro, comprate il mio didietro, io lo vendo per poco!

Colleghi cantautori, eletta schiera, che si vende alla sera per un po' di milioni,
voi che siete capaci fate bene a aver le tasche piene e non solo i coglioni...
Che cosa posso dirvi? Andate e fate, tanto ci sarà sempre, lo sapete,
un musico fallito, un pio, un teorete, un Bertoncelli o un prete a sparare cazzate!

Ma s'io avessi previsto tutto questo, dati causa e pretesto, forse farei lo stesso,
mi piace far canzoni e bere vino, mi piace far casino, poi sono nato fesso
e quindi tiro avanti e non mi svesto dei panni che son solito portare:
ho tante cose ancora da raccontare per chi vuole ascoltare e a culo tutto il resto!

lunedì 7 luglio 2008

Continua da post precedente

l'ho spezzato in due perchè altrimnti sarebbe stato troppo lungo

Allora, com'è andata con la tipa?
Eh, abbastanza bene.
Hai pucciato il biscotto, o almeno hai limonato?
No, ragazzi, non scherziamo.
Lei non e' come tutte le altre.
Bll b b bll parlaci di lei.
Ah, guardate, questa qui è una tipa
veramente simpaticissima, in gambissima.
Mi ha raccontato delle cose
sulle sue ferie divertentissime,
ma tipo che lei era andata là
con un sacco di creme dopo sole,
poi ha preso un casino di sole, si e' bruc...
Le hai mostrato il poparuolo?
No, ma ho buone possibilità.
Allora ci vediamo questa sera?
Una serata fra amici, una chitarra e uno spinello.

Eh, amici, purtroppo no.
Questa sera sono invitato a casa sua per vedere
le diapositive del mare, delle sue ferie
poi subito dopo devo accompagnare i suoi genitori
che devono prendere il treno perche' sono rimasti
senza macchina, l'hanno distrutta, era mia.

Siamo tutti servi della gleba,
e abbiamo dentro al cuore una canzone triste.
Servi della gleba a testa alta
verso il triangolino che ci esalta.
Niente marijuana nè pasticche:
noi si assume solo il 2 di picche.
Servi della gleba in una stanza
anestetizzati da una stronza,
come dei simbolici Big Jim:
schiacci il tasto ed esce lo sfaccimme.

Ehi, guardate un po' chi si rivede.
Hue ciao ragazzi.
Hai la faccia di legno, dove cazzo eri finito?
Ma no, niente, è che c'ho un esame in ballo
e poi non son stato molto bene.
Dicci cosa hai avuto di preciso.
Mah, mi han detto che ho le papille
- eh? -
gustative interrotte, no, poi ho il gomito
- cosa? -
che fa contatto col piede,
non cammi...ieri, c'è
- prego? -
mio padre che è rimasto chiuso
nell'autolava.. no, no, è che
ho delle storiacce con la tipa...
Ah. Lei ti ha dato il due di picche.
Ma no, che cosa dite?
Lei mi e' molto affezionata, solo che
ha delle storie col suo tipo che
la rendono infelice,
e siccome a lei ci tengo più che a me,
ho parlato al suo ragazzo
e l'ho convinto a ritornare da lei...
Ma non starai mica piangendo?
No, è che mi e' entrata una bruschetta nell'occhio.

L'occhio spento e il viso di cemento,
lei è il mio piccione ed io il suo monumento.
Servi della gleba a tutta birra
carichi di ettolitri di sburra;
cuore in fiamme e maschera di ghiaccio,
noi col nostro carico di sfaccio.
Servi della gleba planetaria
schiavi della ghiandola mammaria.
come dei simbolici Big Jimme:
schiacci er tasto ed esce lo sfaccimme.
Lassame canta' 'sto stornelletto.

Invece di ascoltare al buio F. De Gregori, scriverei

... ma qualcuno ha già scritto meglio di me. Invertite i generi dei protagonisti.

Lei è bella dentro, lei è sensibile; piu' dolce di uno sfacciottino di papà Barzotti. Cammina a una spanna da terra come un hovercraft d'amore; io l'accompagno alla mostra del Pinturetto anche se in realtà preferisco di gran lunga il Tinturicchio, poi torno a casa e - con un cuscino sulla faccia - penso a lei ascoltando al buio F.De Gregori e, dato che lei salutandomi mi ha baciato nelle vicinanze dell'angolo esterno della bocca, ritengo a ragione di avere delle possibilità (oggettive). Poi la osservo dalla mia finestra muoversi leggera come un gavettone di idrogeno, in direzione del mio amico Furio Terzapi, e infilargli in bocca due metri di lingua, la lingua dell'amore, ma tanto lei mi ha assicurato che non lo ama. Anzi, mi dispiace per lui perchè magari poveretto si fa delle idee.

mercoledì 18 giugno 2008

Viva l'Italia, viva il catenaccio

1- L'Italia ha passato il turno agli europei
2- L'Italia ha battoto 2-0 i francesi.

basta così, non si può avere troppo dalla vita.

mercoledì 28 maggio 2008

Ciuf ciuf!!!

Non sono molto fantasiosa, ultimamente, ma questa mi si addice!



Non so che viso avesse, neppure come si chiamava
con che voce parlasse, con quale voce poi cantava
quanti anni avesse visto allora, di che colore i suoi capelli
ma nella fantasia ho l'immagine sua,
gli eroi sono tutti giovani e belli
gli eroi sono tutti giovani e belli
gli eroi sono tutti giovani e belli.

Conosco invece l'epoca dei fatti, qual'era il suo mestiere:
i primi anni del secolo, macchinista, ferroviere
I tempi in cui si cominciava la guerra santa dei pezzenti
sembrava il treno anch'esso un mito di progresso,
lanciato sopra i continenti
lanciato sopra i continenti
lanciato sopra i continenti.

E la locomotiva sembrava fosse un mostro strano
che l'uomo dominava con il pensiero e con la mano
ruggendo si lasciava indietro distanze che sembravano infinite
sembrava avesse dentro un potere tremendo,
la stessa forza della dinamite
la stessa forza della dinamite
la stessa forza della dinamite.

Ma un'altra grande forza spiegava allora le sue ali
parole che dicevano: "gli uomini sono tutti uguali"
e contro ai re e ai tiranni scoppiava nella via
la bomba proletaria, ed illuminava l'aria
la fiaccola dell'anarchia
la fiaccola dell'anarchia
la fiaccola dell'anarchia.

Un treno tutti i giorni passava per la sua stazione
un treno di lusso, lontana destinazione
vedeva gente riverita, pensava a quei velluti, agli ori
pensava al magro giorno della sua gente attorno,
pensava un treno pieno di signori
pensava un treno pieno di signori
pensava un treno pieno di signori.

Non so che cosa accadde, perché prese la decisione
forse una rabbia antica, generazioni senza nome
che urlarono vendetta, gli accecarono il cuore
dimenticò pietà, scordò la sua bontà,
la bomba sua la macchina a vapore
la bomba sua la macchina a vapore
la bomba sua la macchina a vapore.

E sul binario stava la locomotiva
la macchina pulsante sembrava fosse cosa viva
sembrava un giovane puledro che appena liberato il freno
mordesse la rotaia con muscoli d'acciaio,
con forza cieca di baleno
con forza cieca di baleno
con forza cieca di baleno.

E un giorno come gli altri, ma forse con più rabbia in corpo
pensò che aveva il modo di riparare a qualche torto
salì sul mostro che dormiva, cercò di mandar via la sua paura
e prima di pensare a quel che stava a fare,
il mostro divorava la pianura
il mostro divorava la pianura
il mostro divorava la pianura.

Correva l'altro treno ignaro, quasi senza fretta
nessuno immaginava di andare verso la vendetta
ma alla stazione di Bologna arrivò la notizia in un baleno:
notizia di emergenza, agite con urgenza,
un pazzo si è lanciato contro il treno
un pazzo si è lanciato contro il treno
un pazzo si è lanciato contro il treno.

Ma corre corre corre corre la locomotiva
e sibila il vapore, sembra quasi cosa viva
e sembra dire ai contadini curvi, quel fischio che si spande in aria
fratello non temere che corro al mio dovere
trionfi la giustizia proletaria
trionfi la giustizia proletaria
trionfi la giustizia proletaria.

E corre corre corre corre sempre più forte
e corre corre corre corre verso la morte
e niente ormai può trattenere l'immensa forza distruttrice
aspetta sol lo schianto e poi che giunga il manto
della grande consolatrice
della grande consolatrice
della grande consolatrice.

La storia ci racconta come finì la corsa
la macchina deviata lungo una linea morta
con l'ultimo suo grido di animale la macchina eruttò lapilli e lava
esplose contro il cielo, poi il fumo sparse il velo
lo raccolsero che ancora respirava
lo raccolsero che ancora respirava
lo raccolsero che ancora respirava.

Ma a noi piace pensarlo ancora dietro al motore
mentre fa correr via la macchina a vapore
e che ci giunga un giorno ancora la notizia
di una locomotiva come una cosa viva,
lanciata a bomba contro l'ingiustizia
lanciata a bomba contro l'ingiustizia
lanciata a bomba contro l'ingiustizia.

giovedì 1 maggio 2008

... ma il cielo è sempre più blu

Chi vive in baracca, chi suda il salario
chi ama l'amore e i sogni di gloria
chi ruba pensioni, chi ha scarsa memoria
Chi mangia una volta, chi tira al bersaglio
chi vuole l'aumento, chi gioca a Sanremo
chi porta gli occhiali, chi va sotto un treno
Chi ama la zia chi va a Porta Pia
chi trova scontato, chi come ha trovato
na na na na na na na na na
Ma il cielo è sempre più blu uh uh, uh uh,
ma il cielo è sempre più blu uh uh, uh uh, uh uh...
Chi sogna i milioni, chi gioca d'azzardo
chi gioca coi fili chi ha fatto l'indiano
chi fa il contadino, chi spazza i cortili
chi ruba, chi lotta, chi ha fatto la spia
na na na na na na na na na
Ma il cielo è sempre più blu uh uh, uh uh,
ma il cielo è sempre più blu uh uh, uh uh, uh uh...
Chi è assunto alla Zecca, chi ha fatto cilecca
chi ha crisi interiori, chi scava nei cuori
chi legge la mano, chi regna sovrano
chi suda, chi lotta, chi mangia una volta
chi gli manca la casa, chi vive da solo
chi prende assai poco, chi gioca col fuoco
chi vive in Calabria, chi vive d'amore
chi ha fatto la guerra, chi prende i sessanta
chi arriva agli ottanta, chi muore al lavoro
na na na na na na na na na
Ma il cielo è sempre più blu uh uh, uh uh,
ma il cielo è sempre più blu uh uh, uh uh,
ma il cielo è sempre più blu
Chi è assicurato, chi è stato multato
chi possiede ed è avuto, chi va in farmacia
chi è morto di invidia o di gelosia
chi ha torto o ragione,chi è Napoleone
chi grida "al ladro!", chi ha l'antifurto
chi ha fatto un bel quadro, chi scrive sui muri
chi reagisce d'istinto, chi ha perso, chi ha vinto
chi mangia una volta,chi vuole l'aumento
chi cambia la barca felice e contento
chi come ha trovato,chi tutto sommato
chi sogna i milioni, chi gioca d'azzardo
chi parte per Beirut e ha in tasca un miliardo
chi è stato multato, chi odia i terroni
chi canta Prévert, chi copia Baglioni
chi fa il contadino, chi ha fatto la spia
chi è morto d'invidia o di gelosia
chi legge la mano, chi vende amuleti
chi scrive poesie, chi tira le reti
chi mangia patate, chi beve un bicchiere
chi solo ogni tanto, chi tutte le sere
na na na na na na na na na
Ma il cielo è sempre più blu uh uh, uh uh,
ma il cielo è sempre più blu uh uh, uh uh, uh uh..

domenica 6 aprile 2008

Principi di base

Les droits imprescriptibles
du lecteur(Daniel Pennac, Comme un roman)

Le droit de ne pas lire.
Le droit de sauter des pages.
Le droit de ne pas finir un livre.
Le droit de relire.
Le droit de lire n'importe quoi.
Le droit au bovarysme (maladie textuellement transmissible)
Le droit de lire n'importe où.
Le droit de grappiller.
Le droit de lire à haute voix.
Le droit de nous taire.

Democrazia

Je ne suis pas d'accord avec que vous dites, mais je suis prêt a me battre jusqu'à la mort pour votre droit à le dire. (Voltaire)

martedì 1 aprile 2008

YMCA

è il video più famoso della rete nell'ultima settimana!

http://www.youtube.com/watch?v=E0UBZ0z0bvo

lunedì 31 marzo 2008

stasera sono romantica!

PENSIERI E PAROLE
Lucio Battisti - Mogol


Che ne sai di un bambino che rubava
e soltanto nel buio giocava
e del sole che trafigge i solai, che ne sai
e di un mondo tutto chiuso in una via
e di un cinema di periferia
che ne sai della nostra ferrovia, che ne sai.
Conosci me la mia lealtà
tu sai che oggi morirei per onestà.
Conosci me il nome mio
tu sola sai se è vero o no che credo in Dio.

Che ne sai tu di un campo di grano
poesia di un amore profano
la paura d'esser preso per mano, che ne sai
(l'amore mio) che ne sai di un ragazzo perbene
(è roccia ormai) che mostrava tutte quante le sue pene:
(e sfida il tempo e sfida il vento e tu lo sai)
la mia sincerità per rubare la sua verginità,
(sì tu lo sai) che ne sai.

Davanti a me c'è un'altra vita
la nostra è già finita
e nuove notti e nuovi giorni
cara vai o torni con me.
Davanti a te ci sono io (dammi forza mio Dio)
o un altro uomo (chiedo adesso perdono)
e nuove notti e nuovi giorni
cara non odiarmi se puoi.

(Conosci me) che ne sai di un viaggio in Inghilterra
(quel che darei) che ne sai di un amore israelita
(perché negli altri ritrovassi gli occhi miei)
di due occhi sbarrati che mi han detto bugiardo è finita.
Che ne sai di un ragazzo che ti amava
che parlava e niente sapeva
eppur quel che diceva chissà perché chissà adesso è verità.

domenica 23 marzo 2008

Buona Pasqua!

Victimae paschali laudes
immolent Christiani.
Agnus redemit oves:
Christus innocens Patri
reconciliavit peccatores.
Mors et vita duello conflixere mirando:
dux vitae mortus regnat vivus.
Dic nobis Maria quid vidisti in via?
Sepolcrum Christi viventis,
et gloriam vidi resurgentis:
Angelicos testes, sudarium, et vestes.
Surrexit Christus spes mea:
Praecedet suos in Galliaeam.
Scimus Christus surrexisse a mortuis vere:
tu nobis, victor Rex, miserere.

martedì 18 marzo 2008

Cinema e canzoni

Dopo "Notte prima degli esami", esce "Questa notte è ancora nostra". Il prossimo sarà "Notte di polizia"?


Io mi ricordo, quattro ragazzi con la chitarra
e un pianoforte sulla spalla.
Come pini di Roma, la vita non li spezza,
questa notte è ancora nostra.
Come fanno le segretarie con gli occhiali a farsi sposare dagli avvocati?
Le bombe delle sei non fanno male,
è solo il giorno che muore, è solo il giorno che muore.
Gli esami sono vicini, e tu sei troppo lontana dalla mia stanza.
Tuo padre sembra Dante e tuo fratello Ariosto,
stasera al solito posto, la luna sembra strana
sarà che non ti vedo da una settimana.
Maturità ti avessi preso prima,
le mie mani sul tuo seno, è fitto il tuo mistero.
Il tuo peccato è originale come i tuoi calzoni americani,
non fermare ti prego le mie mani
sulle tue cosce tese chiuse come le chiese,
quando ti vuoi confessare.
Notte prima degli esami, notte di polizia
certo qualcuno te lo sei portato via.
Notte di mamma e di papà col biberon in mano,
notte di nonno alla finestra, ma questa notte è ancora nostra.
Notte di giovani attori, di pizze fredde e di calzoni,
notte di sogni, di coppe e di campioni.
Notte di lacrime e preghiere,
la matematica non sarà mai il mio mestiere.
E gli aerei volano in alto tra New York e Mosca,
ma questa notte è ancora nostra, Claudia non tremare
non ti posso far male, se l'amore è amore.
Si accendono le luci qui sul palco
ma quanti amici intorno, mi viene voglia di cantare.
Forse cambiati, certo un po' diversi
ma con la voglia ancora di cambiare,
se l'amore è amore, se l'amore è amore,
se l'amore è amore, se l'amore è amore,
se l'amore è amore.

Antonello Venditti, Notte prima degli esami

sabato 8 marzo 2008

Bucato

Mi si è aperto un mondo: mi hanno spiegato perchè si dice "fare il bucato".

Molto semplicemente, prima che esistessero i lavandini con gli scarichi, le tinozze usate per lavare i panni avevano bisogno di un foro sul fondo per poter essere svuotate.

Com'era il recipiente?
Bucato!

martedì 4 marzo 2008

Panico

Domenica sera, la lavatrice ha smesso di funzionare. Poi si era solo sfilata la cinghia: meno male, non volevo cambiare titolo al blog!

domenica 24 febbraio 2008

Gli uomini non possono capire!

La follia della donna (parte 1)

"Si chi è? Ah ciao, Roger! E no, sto a cantà un pezzo dai! E nun te posso fa salì, ve conosco a voi Pink Floyd, poi ve pijate l'idea mia pe' fa li dischi vostra eh! Mo' te saluto, sta a girà il nastro, devo dì scarpe, ciao!"

Scarpe, di merda, da donna,
che costano milioni all'uomo.
E pensare che tutto questo lo hanno deciso...
i ricchioni.

C'è un cartello di ricchioni
che ha deciso che
l'anno scorso andava il rosso
e quest'anno il blu.
Pantaloni a coste
che costavano al mercato euro 23
oggi li trovi alla boutique
comprati dalle donne ricche.
L'han deciso i ricchioni
e io devo accettarlo.

La follia della donna
quel bisogno di scarpe
che non vuole sentire ragioni
cosa sono i milioni
quando in cambio ti danno
le scarpe.

Non hai mai pensato a un tatuaggetto.
La tua amica sfoggia un tatuaggetto.
Corri, corri a farti un tatuaggetto
d'improvviso hai bisogno di un tatuaggetto,
un tatuaggetto, un tatuaggetto.
D'un tratto non ti piace più,
cosa fai? Lo togli, non puoi.
Ne fai un altro più grosso.

La follia della donna,
il disagio mentale
di iniettarsi l'inchiostro con gli aghi,
sciabattando poi vaghi
per le vie della moda in sabot.

lunedì 18 febbraio 2008

Vantaggi

Sono a casa, riposo forzato.
Dopo pranzo, Lupin III, seguito poi da non so quale Dragon Ball.

Ci sono cose, nella vita, che non si possono comprare.

domenica 17 febbraio 2008

Za, zazaza zazazaaa, zazazazaza za za za za zaza!

Spazio, ultima frontiera. Questi sono i viaggi della nave stellare Enterprise. La sua missione è quella di esplorare strani, nuovi mondi, alla ricerca di altre forme di vita e di nuove civiltà, e di giungere arditamente dove nessun uomo è mai giunto prima d'ora.

Contagio

Ho la rosolia. Prendere da adulti malattie infantili vuol dire stare male il triplo: ho male alle dita delle mani, alle ginocchia, la pelle delle cosce mi prude, a volte ho le vertigini.
Non ho idea di chi possa avermi trasmesso la malattia, però sono quasi sicura di aver sparso il contagio in giro per l'Europa: martedì e mercoledì sono stata ad Amburgo (volo Torino - Monaco - Amburgo martedì mattina, il contrario mercoledì sera) e ho attraversato aerei ed aeroporti; sono stata al ristorante martedì sera e ho viaggiato in macchina con altre quattro persone. Nel mondo di oggi, le malattie si propagano come se niente fosse!

mercoledì 13 febbraio 2008

Una cosa che non sopporto

Fra le tante, non sopporto il bus all'aeroporto, dopo l'imbarco, da e per l'aereo. Non c'è niente da fare, non lo sopporto!

venerdì 8 febbraio 2008

Ossessione per lo stile letterario? No!

Un "dottore" su cinque ha difficoltà a scrivere
Per non parlare della lettura, oggetto misterioso

Nell'Italia dei laureati
che non sanno scrivere


di MICHELE SMARGIASSI, da www.repubblica.it

Nell'Italia dei laureati
che non sanno scrivere

Dirimere un'ambiguità lessicale è un problema per un laureato su cinque. A dir la verità, anche solo comprendere la frase che avete appena letto è un problema per un laureato su cinque. "Termini come dirimere, duttile, faceto, proroga si trovano comunemente sui giornali, ma per molti italiani con pergamena appesa al muro sono parole opache". Luca Serianni, linguista all'università di Roma 3, ne fece esperienza diretta un giorno nell'ambulatorio di un dentista cui s'era rivolto per un'urgenza. "Con le mie lastrine in mano chiamò al telefono un collega per avere un parere: "Senti caro, aiutami a diramare un dubbio..."". E il professore sudò freddo: "Un medico che non sa maneggiare le parole è un medico che non legge, quindi non si aggiorna, quindi forse non sa maneggiare neanche un trapano".

Analfabeti con la laurea. Non è un paradosso. E nessuno s'offenda: ci sono riscontri scientifici. Il report 2006 del ramo italiano dell'indagine internazionale All-Ocse (Adult Literacy and Life Skill), coordinato dalla pedagogista Vittoria Gallina, non lascia spazio a dubbi: 21 laureati su cento non riescono ad andare oltre il livello elementare di decifrazione di una pagina scritta (il bugiardino di un medicinale, le istruzioni di un elettrodomestico).

E non sanno produrre un testo minimamente complesso (una relazione, un referto medico, ma anche una banale lettera al capo condominio) che sia comprensibile e corretto. Una minoranza? Sì: un laureato italiano su due, per fortuna, raggiunge il quinto e massimo livello. Ma è una minoranza terribilmente cospicua, anche se si maschera bene. Negli Usa tre anni fa fu uno shock scoprire che i graduate fermi al livello base sono il 14%. Da noi il buco nero si manifesta a tratti, in modo clamoroso, come un mese fa, a Roma, al termine dell'ultimo dei concorsi per l'accesso alla magistratura. Preso d'assalto da 4000 candidati, in gara per 380 posti. Nonostante questo, 58 posti sono rimasti scoperti: 3700 candidati, tutti ovviamente laureati (magari anche più) hanno presentato prove irricevibili sul piano puramente linguistico. "Per pudore vi risparmio le indicibili citazioni", commentò uno dei commissari d'esame, il giudice di corte d'appello Matteo Frasca.

Il campanello d'allarme dovrebbe suonare forte. Non si tratta più di scandalizzarsi (e divertirsi) per gli strafalcioni nozionistici degli studenti. No, episodi come il concorso di Roma mettono a nudo il grado zero del problema. Stiamo parlando di chi è senza parole. Di chi dopo cinque (sei, sette...) anni di studio universitario non è riuscito a mettere nella cassetta degli attrezzi le chiavi inglesi del sapere: grammatica, ortografia, vocabolario.

Analfabetismo: anche questa parola sembrava scomparsa dal lessico, ma per esaurimento di funzione. Consegnata ai ricordi in bianco e nero del maestro Manzi. Falsa impressione, perché di italiani che non sanno leggere né scrivere se ne contavano ancora, al censimento 2001, quasi ottocentomila. Se aggiungiamo gli italiani senza neanche un pezzo di carta, neppure la licenza elementare, arriviamo a sei milioni, con allarmanti quote di uno su dieci nelle regioni meridionali. Ma almeno sono numeri che scendono. Aggrediti dal lavoro di meritorie istituzioni come l'Unla, capillarmente contrastati dai corsi ministeriali di alfabetizzazione funzionale per adulti dell'Indire (frequentati l'ultimo anno scolastico da 425 mila persone, tra cui, guarda un po', 30.407 laureati, in gran parte, però, stranieri). Nobilmente contrastato ai livelli più bassi della scala del sapere, però, ecco che l'analfabetismo riappare dove meno te l'aspetti: ai vertici. Gli studiosi, è vero, preferiscono chiamarlo illetteratismo: non si tratta infatti dell'incapacità brutale di compitare l'abicì, di decifrare una singola parola; ma della forte difficoltà a comunicare efficacemente e comprensibilmente con gli altri attraverso la scrittura. Ma non è proprio questo l'analfabetismo più minaccioso del terzo millennio? Nadine Gordimer, per il bene della sua Africa, è di questo analfabetismo relativo che ha più paura: "Saper leggere la scritta di un cartellone pubblicitario e le nuvolette dei fumetti, ma non saper comprendere il lessico di un poema, questa non è alfabetizzazione". Siamo sicuri che l'Italia di Dante sia messa meglio del Sudafrica?

Proprio no. Per niente sicuri. Quanti, del nostro già magro 8,8% di laureati (la media dei paesi Ocse è del 15%), leggono ogni giorno qualcosa di più delle réclame e delle didascalie della tivù? Quanti invece sono prigionieri più o meno consapevoli di quella che Italo Calvino chiamò l'antilingua? Non saper scrivere nasconde il non saper leggere. Sette laureati su cento non leggono mai (e sono quelli che hanno il coraggio di dichiararlo all'Istat: mancano quelli che se ne vergognano). Altri sette leggono solo l'indispensabile per il lavoro: e siamo già vicini al fatidico uno su cinque. Ma andiamo avanti: uno su tre possiede meno di cento libri, praticamente solo i suoi vecchi testi scolastici. Uno su cinque non ha in casa un'enciclopedia. Quasi nessuno (73 per cento) va in biblioteca, e quando ci va, raramente prende libri in prestito. "Manca il tempo", "sono troppo stanco", le scuse più comuni. Ma ci sono anche quelli che non accampano giustificazioni imbarazzate, anzi rivendicano il loro illetteratismo come atteggiamento moderno e aggiornato: "leggere oggi non serve", "è un medium lento", "preferisco altre forme di comunicazione sociale".

"La società sprintata", come la chiama il pedagogista Franco Frabboni, preside di Scienze della formazione a Bologna, uno degli autori della riforma universitaria, è arrivata negli atenei. E gli atenei la assecondano: "La trasmissione del sapere universitario è regredita dalla scrittura all'oralità", spiega. Nelle aule della nostra istruzione superiore, il grado di padronanza della lingua italiana non è mai messo alla prova. Persino l'arte dell'argomentazione orale, ponte fra i due universi semantici, è svanita, racconta Frabboni: "Professori sempre più incerti fanno lezione con diapositive, seguendo una traccia fissa. Ai laureandi si lascia esporre la tesi con presentazioni Powerpoint. I "test oggettivi" d'ingresso sono crocette su questionari". La competenza linguistica non è considerata un pre-requisito indispensabile: "Devi guadagnarti cinque crediti per la lingua straniera, e cinque per l'informatica, ma non c'è alcun obbligo per quanto riguarda la buona pratica dell'italiano". Un tacito accordo fissa tetti massimi di lettura ridicoli per i testi d'esame: "Quando un professore assegna più di 150-180 pagine, davanti al mio ufficio c'è la fila di studenti che protestano".

Protestano, e poi si sfracellano contro il muro dell'esame. Sugli esiti dell'idiosincrasia per la lettura, agenzie private di tutoraggio hanno costruito imperi aziendali, come il Cepu, diecimila studenti l'anno. "Ci chiedono di aiutarli a passare un esame", racconta il responsabile marketing Maurizio Pasquetti, "ma scopriamo quasi sempre che alla radice c'è la difficoltà o la paura di affrontare testi scritti. Escono da scuole superiori abituati a libri di testo ancora simili a quelli delle elementari, con testi spezzettati, già schematizzati, con tante figure e specchietti: di fronte al terribile "libro bianco", fatto solo di pagine di scrittura continua, restano terrorizzati".

"In Francia e Germania gli atenei organizzano gare di ortografia ", sospira il professor Serianni. Da noi è difficile perfino reclutare iscritti per i laboratori di scrittura che alcuni atenei, allarmati, hanno messo a disposizione degli studenti in debito di lingua. Quello di
Modena è affidato al professor Gabriele Pallotti: "Di solito comincio da virgole e apostrofi...". Pallotti nel cassetto tiene una cartellina di orrori: email, biglietti affissi alle bacheche, "esito profiquo", "le chiedo una prologa", "attendo subitanea risposta". Ma correggere le asinate non è ancora abbastanza. "Saper annotare correttamente parole sulla carta non è saper scrivere" spiega. "Parlare e scrivere sono due diversi modi di pensare. Troppi ragazzi escono dall'università sapendo solo trascrivere la propria oralità, ovvero un flusso continuo di idee non ordinato e difficilmente comunicabile. Cioè restano mentalmente analfabeti".

Ma se avessero ragione loro? Perché alla fine si scopre che il laureato analfabeta non fa necessariamente più fatica a trovare lavoro rispetto ai suoi quattro colleghi più letterati. le imprese non sembrano granché interessate a selezionare i propri quadri dirigenti sulla base delle competenze linguistiche di base. E non perché non si accorgano delle deficienze dei loro nuovi assunti. Parlare con Carlo Iannantuono, responsabile delle risorse umane per la filiale italiana della Sandik, una multinazionale del ramo macchine per cantieri, reduce da una lunga selezione di personale laureato, è come farsi raccontare una serata allo Zelig: "Quello che se potrei, quello che s'è laureato per il rotolo della cuffia (e si vede), quello che glielo dico così, an fasàn (e io: e dü pernìs...)...". Gli analfabeti conclamati, calcola, sono solo un 3-4 per cento, ma molti altri non sembrano pienamente padroni delle loro parole. E lei li assume lo stesso? "Dipende", si fa serio, "noi cerchiamo
bravi venditori. Quello che deve discutere con i dirigenti della Snam è meglio sappia i congiuntivi. A quello che deve convincere un capocantiere della Tav forse serve di più un buon paio di stivali di gomma".

"Non c'è alcuna sanzione sociale verso l'analfabetismo con laurea", commenta con sconforto Tullio De Mauro, il padre degli studi linguistici italiani. Forse perché non si riconoscono immediatamente, si mascherano bene da alfabetizzati. "Fino a cinquant'anni fa l'incompetenza linguistica era palese: otto italiani su dieci usavano ancora il dialetto. Oggi il 95 per cento degli italiani parla italiano. Ma che italiano è? Solo in apparenza parliamo tutti la stessa lingua. Quando si prende in mano una penna, però, carta canta, e le stonature si sentono". Non è una questione di stile: l'analfabetismo laureato può fare danni concreti. Il paziente che legge sulla sua prescrizione medica "una pillola per tre giorni", alla fine del terzo giorno avrà preso tre pillole o una sola? "Ci sono guasti immediati come questo. Ci sono guasti a medio e lungo termine, e ben più pericolosi. Chi non legge smette anche di studiare. In Italia solo un venti per cento di quadri segue corsi di aggiornamento: quattro volte meno della media europea. Una classe dirigente male alfabetizzata, quindi non aggiornata, è la rovina di un
paese, molto più di un crollo della Borsa". Chi parla male pensa male e vive male: è ormai un aforisma, quella battuta di Nanni Moretti. Se pensa male anche solo un quinto dell'élite dirigente, per De Mauro è un'emergenza nazionale: "Per il futuro economico del nostro paese migliorare l'italiano degli imprenditori, dei professionisti, dei politici, è perfino più vitale e urgente che migliorare i salari dei dipendenti. E non lo prenda come un paradosso".

(6 febbraio 2008)

Trinacria

Frase del giorno: "Io non sono siciliano, sono palermitano".

Mettiamo i puntini sulle I!

martedì 5 febbraio 2008

Noto ristorante sito in Santena

Ieri eravamo 14 a pranzo, sabato siamo stati 10 a cena.
Un cordiale augurio di buon appetito!

martedì 29 gennaio 2008

tragedia

Je connais l'histoire du chanteur.
Mais je la trouvais belle, cette chanson

Noir Désir
Le vent nous portera


Je n'ai pas peur de la route
Faudrait voir, faut qu'on y goûte
Des méandres au creux des reins
Et tout ira bien

Le vent l'emportera

Ton message à la grande ourse
Et la trajectoire de la course
A l'instantané de velours
Même s'il ne sert à rien

Le vent l'emportera
Tout disparaîtra
Le vent nous portera

La caresse et la mitraille
Cette plaie qui nous tiraille
Le palais des autres jours
D'hier et demain

Le vent les portera

Génétique en bandoulière
Des chromosomes dans l'atmosphère
Des taxis pour les galaxies
Et mon tapis volant lui

Le vent l'emportera
Tout disparaîtra
Le vent nous portera

Ce parfum de nos années mortes
Ceux qui peuvent frapper à ta porte
Infinité de destin
On en pose un, qu'est-ce qu'on en retient?

Le vent l'emportera

Pendant que la marée monte
Et que chacun refait ses comptes
J'emmène au creux de mon ombre
Des poussières de toi

Le vent les portera
Tout disparaîtra
Le vent nous portera

Goccia dopo goccia - omaggio a Mariele Ventre

di E. Di Stefano - G. Fasano
Cantata da Marco Barbera, Alex Rossi e Natascia Tarturo



Cos’è una goccia d’acqua, se pensi al mare
Un seme piccolino di un melograno
Un filo d’erba verde in un grande prato…
Una goccia di rugiada, che cos’è?
Il passo di un bambino, una nota sola,
Un segno sopra un rigo, una parola?
Qualcuno dice « un niente», ma non è vero
Perché, lo sai perché, lo sai perché?

Goccia dopo goccia nasce un fiume,
Un passo dopo l’altro si va lontano,
Una parola appena e nasce una canzone,
Da un «ciao» detto per caso, un’amicizia nuova;
E se una voce sola si sente poco,
Insieme a tante altre diventa un coro
E ognuno può cantare, anche se è stonato;
Dal niente nasce niente, questo sì.

Non è importante se non siamo grandi
Come le montagne, come le montagne;
Quello che conta è stare tutti insieme
Per aiutare chi non ce la fa,
Per aiutare chi non ce la fa.
Goccia dopo goccia..

Goccia dopo goccia nasce nasce un fiume
E mille fili d’erba fanno un prato
Una parola solo ed ecco una canzone
Da un "Ciao" detto per caso un’amicizia ancora;
Un passo dopo l’altro si va lontano
Arriva fino a dieci poi sai contare
Un grattacielo immenso comincia da un mattone
Dal niente nasce niente, questo sì.

Non è importante se non siamo grandi
Come le montagne, come le montagne
Quello che conta è stare tutti insieme;
Per aiutare chi non ce la fa.
Non è importante se non siamo grandi
Come le montagne, come le montagne
Quello che conta è stare tutti insieme;
Dal niente nasce niente, questo sì.
Dal niente nasce niente, tutto qui!
Stiamo tutti insieme, questo sì.
Dal niente nasce niente, tutto qui!

"Strappa i capelli"???? Mai!!!!

CANZONE DELL'AMORE PERDUTO

Ricordi sbocciavan le viole
con le nostre parole
"Non ci lasceremo mai, mai e poi mai",
vorrei dirti ora le stesse cose
ma come fan presto, amore, ad appassire le rose
così per noi
l'amore che strappa i capelli è perduto ormai,
non resta che qualche svogliata carezza
e un po' di tenerezza.
E quando ti troverai in mano
quei fiori appassiti al sole
di un aprile ormai lontano,
li rimpiangerai
ma sarà la prima che incontri per strada
che tu coprirai d'oro per un bacio mai dato,
per un amore nuovo.
E sarà la prima che incontri per strada
che tu coprirai d'oro per un bacio mai dato,
per un amore nuovo.

lunedì 28 gennaio 2008



Secondo voi devo andare a tagliarmi i capelli?

Scioglilingua

Un chasseur sachant chasser chasse sans son chien.

Ecco, l'ho detto. Adesso devo imparare a dislo più veloce!

mercoledì 2 gennaio 2008

La mia carta Visa è aziendale

Finché sei in tempo tira
e non sbagliare mira
probabilmente il bersaglio
che vedi è solo l'abbaglio
di chi da dietro spera
che tu ci provi ancora
perché poi gira e rigira
gli serve solo una scusa
la fregatura è che è
sempre un altro che paga
e c'è qualcuno che indaga
per estirpare la piaga
però chissà come mai
qualsiasi cosa accada
nel palazzo lontano
nessuno fa una piega
serve una testa che cada
e poi chissenefrega
la prima testa di cazzo
trovata per strada
serve una testa che cada
e poi chissenefrega
la prima testa di cazzo
trovata per strada
se vuoi tirare tira
ma non sbagliare mira
probabilmente il bersaglio
che vedi è solo l'abbaglio
di chi da dietro giura
che ha la coscienza pura
ma sotto quella vernice
ci sono squallide mura
la dittatura c'è ma
non si sa dove sta
non si vede da qua,
non si vede da qua
la dittatura c'è ma
non si sa dove sta
non si vede da qua,
non si vede da qua

Il mio nemico non ha divisa
ama le armi ma non le usa
nella fondina tiene le carte visa
e quando uccide non chiede scusa
il mio nemico non ha divisa
ama le armi ma non le usa
nella fondina tiene le carte visa
e quando uccide non chiede scusa


e se non hai morale
e se non hai passione
se nessun dubbio ti assale
perché la sola ragione c
he ti interessa avere
è una ragione sociale
soprattutto se hai
qualche dannata guerra da fare
non farla nel mio nome
non farla nel mio nome
che non hai mai domandato
la mia autorizzazione
se ti difenderai
non farlo nel mio nome
che non hai mai
domandato la mia opinione
finché sei in tempo tira
e non sbagliare mira
(sparagli Piero, sparagli ora)
finché sei in tempo tira
e non sbagliare mira
(sparagli Piero, sparagli ora)

il mio nemico non ha divisa
ama le armi ma non le usa
nella fondina tiene le carte visa
e quando uccide non chiede scusa
il mio nemico non ha divisa
ama le armi ma non le usa
nella fondina tiene le carte visa
e quando uccide non chiede scusa
il mio nemico non ha nome
non ha nemmeno religione
e il potere non lo logora
il potere non lo logora


il mio nemico mi somiglia
è come me
lui ama la famiglia
e per questo piglia più di ciò che da
e non sbaglierà
ma se sbaglia un altro pagherà
e il potere non lo logora
il potere non lo logora

Hemingway

Nessun uomo è un'isola,
completo in se stesso;
ogni uomo è un pezzo del continente,
una parte del tutto.

Se anche solo una zolla
venisse lavata via dal mare,
l'Europa ne sarebbe diminuita,
come se le mancasse un promontorio,
come se venisse a mancare
una dimora di amici tuoi,
o la tua stessa casa.

La morte di qualsiasi uomo mi sminuisce,
perché io sono parte dell'umanità.
E dunque non chiedere mai
per chi suona la campana:
Essa suona per te.

(J.Donne)